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Dal sito dell' ENSE (http://www.ense.it/):
"L'Ente Nazionale Sementi Elette è un Ente di Diritto Pubblico, [...] compreso tra gli Enti scientifici di ricerca e sperimentazione necessari per lo sviluppo del paese. [...] Con D.Lgs. 29/10/1999 n° 454 è stato riordinato attribuendogli autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria e incaricandolo di svolgere i compiti che derivano dall'applicazione delle norme che disciplinano la produzione e la commercializzazione dei prodotti sementieri".
L’ENSE, rischia di venire soppresso dal decreto della manovra anticrisi. Le sue funzioni, il suo personale, le sue strutture passano all’INRAN, Istituto Nazionale per la Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione di Roma. Le motivazioni di tale provvedimento appaiono criticabili da diversi punti di vista.


mercoledì 14 luglio 2010

RESOCONTO STENOGRAFICO DEL 13 LUGLIO






PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Vallardi. Ne ha facoltà.
VALLARDI (LNP). Signor Presidente, colleghi senatori, credo sia sicuramente evidente in questo periodo che l'aspetto socio-economico che maggiormente caratterizza il nostro tempo è la crescita delle interdipendenze tra i Paesi e quindi tra i diversi sistemi economici e sociali che compongono il nostro pianeta. È la cosiddetta globalizzazione, il cui incedere ha ormai sicuramente trasformato il mondo in un'unica grande area nella quale i fenomeni più diversi riescono a diffondersi con una rapidità e un'intensità che nei casi di crisi sono tali da poter creare effetti devastanti. Ma questo credo ormai lo abbiamo capito tutti, perché ne stiamo subendo gli effetti.
In questo senso, la recente speculazione sull'euro, andandosi a saldare sulla parte finale della crisi economica, rischiava di produrre effetti gravemente destabilizzanti che era ed è necessario prevenire attraverso una serie di contromisure strutturali impostate in riferimento ad un orizzonte di largo periodo e di ampie vedute.
Riteniamo che la manovra su cui siamo chiamati ad esprimerci risponda sicuramente appieno alla necessità di far fronte alle difficoltà poste dall'evoluzione del quadro economico e, soprattutto, che abbia in sé i contenuti per garantire la stabilizzazione finanziaria e incentivare la competitività economica.
La manovra, proprio perché strutturale e di carattere generale, incide in profondità sul nostro sistema economico che è, di fatto, interessato in ogni sua componente, inclusa anche l'agricoltura. Il richiamo al settore agricolo è utile in riferimento a due aspetti che, sebbene non siano granché rilevanti rispetto ai grandi numeri economici della manovra, sono tuttavia da ritenere significativi per i loro contenuti impliciti. Mi riferisco, in particolar modo, alle disposizioni inerenti l'Ente nazionale delle sementi elette (ENSE) ed a quelle relative al programma dei termini per il pagamento delle multe pregresse, le cosiddette quote latte. Come tutti sappiamo, l'ENSE è inserito nella lista degli enti pubblici da chiudere. Nell'operare in tal senso si è evidentemente omesso di considerare che l'ENSE non riceve contributi pubblici, che si autofinanzia attraverso lo svolgimento dei propri compiti istituzionali e che, addirittura, reinveste gli avanzi di gestione a beneficio del settore delle sementi.
Credo sia particolarmente significativo segnalare che l'ENSE ha, tra gli altri, il compito di certificare le sementi, ossia di svolgere una funzione che, oltre ad essere di assoluta importanza ai fini della tracciabilità e della sicurezza alimentare, è necessaria al fine di garantire il rispetto delle norme che regolano la produzione di sementi; tant'è vero che in ogni Paese dell'Unione europea sono presenti strutture analoghe al nostro Ente nazionale delle sementi elette.
Ciò è di notevole importanza, soprattutto in un momento importante come questo in cui sembra che gli OGM, tutte le colture OGM, stiano prendendo il sopravvento non tanto nel gradimento dei consumatori, della gente, ma in una parte della politica che piano piano, in maniera strisciante, credo inizi a promuovere gli organismi geneticamente modificati.
[...]
Noi della Lega Nord invece siamo di parere contrario. La Lega Nord ritiene che occorra salvaguardare valori quali la certezza della genuinità del prodotto, l'identità, la tradizione, la qualità dei prodotti agricoli dei nostri territori. Dobbiamo preservare la sana agricoltura tramandataci dai nostri padri.
In questo senso, ritengo degno di attenzione il caso dell'ENSE che, pur nell'ambito di una manovra complessa e dei grandi numeri, è stato, comunque, posto all'attenzione nel corso del presente passaggio parlamentare.
...............
ANDRIA (PD) Lo stesso comma 20 dell'articolo 7 prevede parimenti la soppressione dell'INCA (Istituto nazionale conserve alimentari), senza badare che con la legge n. 99 del 2009 l'INCA era già stato soppresso e con decreto di riordino del 23 aprile 2010 è stata sancita l'eliminazione delle sue funzioni residue. L'INCA viene dunque "resuscitato" e subito dopo soppresso aggregandolo all'INRAN, vanificando così il lavoro di oltre un anno teso ad alleggerire il settore conserviero dal punto di vista economico-finanziario ed anche funzionale.
Lo stesso INRAN, che si occupa di alimenti e nutrizione, dovrebbe, sempre secondo il decreto-legge n. 78, accorpare l'ENSE (Ente nazionale sementi elette), cioè uno dei pochi enti di ricerca in attivo, che addirittura ha accumulato un discreto avanzo di amministrazione, evidentemente utile - è una mia supposizione - a ripianare almeno in parte il deficit dell'INRAN. Noi crediamo che tale soluzione non sia altrettanto utile a garantire la prosecuzione dell'attività in un settore molto delicato come quello della certificazione delle sementi, cioè dello strumento peculiare per garantire l'agricoltura di qualità. Tutto ciò in totale spregio del parere formulato dalla Commissione agricoltura del Senato, che ha espresso unanime contrarietà in ordine alla soppressione dell'ENSE e delle stazioni sperimentali per l'industria, con particolare riguardo a quella per le conserve alimentari.
La chiusura del Governo e del relatore è incomprensibile ed è sintomatica di un atteggiamento di preconcetta ostruzione anche alle richieste, come questa, più facilmente accoglibili, in quanto prive di effetti sulla spesa. Sono francamente indignato per la sordità e l'insensibilità manifestate, oltretutto introducendo nel emendamento 7. 2000 del relatore a tal proposito due pesi e due misure: solo l'ENSE è fuori, mentre per gli altri enti soppressi è previsto un rinvio al decreto legislativo che stabilirà "tempi e concrete modalità".
Si ha dunque ancora una volta - e concludo lasciando agli atti il testo dell'intervento, con preghiera di allegarlo integralmente ai Resoconti della seduta - la percezione netta di una noncuranza della sofferenza del settore primario da parte del Governo, purtroppo assecondata dalla maggioranza - e lo dico con estremo rammarico - per mera necessità politica. E questo accade mentre si registra una situazione veramente preoccupante, se è vero come è vero che il calo dei redditi agricoli in Italia nel 2009 è risultato del 25 per cento, cioè esattamente il doppio rispetto al 12,5 per cento dell'Unione europea.
L'Italia è il secondo Paese ad aver subito un così massiccio calo del reddito agrario. È preceduto solo dall'Ungheria! La riduzione dei margini e degli incassi ha determinato difficoltà nei pagamenti alle banche: l'agricoltura, come evidenziato dall'ABI in una recente audizione al Parlamento, rischia di tornare nella lista dei settori ad alto rischio dì solvibilità, in quanto fa registrare una crescita delle sofferenze bancarie.

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